Ho già parlato del cappotto precisando che il periodo migliore per eseguirlo è quello con temperature miti quindi in primavera ed autunno. Così torno sull’argomento visto che il momento è quello “buono”. Riprendiamo l’argomento per parlare dell’isolante che rappresenta il cuore del sistema a cappotto.
Distinguiamo l’isolamento in pannelli fibrosi e non, tra i primi troviamo la lana di roccia, quella di vetro, la fibra di legno; quelli non fibrosi sono quelli in Eps “polisitrolo”, Xps (polistirene estruso), poliuretano, sughero, calcio silicato e non possiamo dimenticare quelli ad altissimo potere isolante come ad esempio i pannelli in areogel.
Ogni isolamento sopra menzionato offre, oltre all’isolamento termico, caratteristiche peculiari diverse da prodotto a prodotto, ad esempio buon rapporto costo/isolamento, buone prestazioni acustiche, traspirabilità, ciclo di vita rispettoso dell’ambiente, ecc..
Quindi la scelta va fatta tenendo conto del tipo di struttura dell’edificio, della sua ubicazione, delle prestazioni “collaterali” che il pannello isolante deve avere.
L’individuazione del pannello corretto non è semplice ed è il frutto di una scelta tecnica ed economica ben ponderata. Insomma il cappotto di un edificio è un prodotto “sartoriale” nel senso che va studiato per quello specifico edificio e pensare che un prodotto possa funzionare bene in ogni situazione è sbagliato. Ad esempio se nel bilancio delle prestazioni potessimo non considerare il costo probabilmente non avremmo comunque soddisfatte tutte le nostre richieste. Allora, per uscire dal dubbio della scelta, è bene affidarsi a professionisti qualificati in grado di valutare tutte le condizioni e proporre soluzioni adeguate per garantire un lavoro a regola d’arte.
A presto